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Recensione: Nostalgia del sangue di Dario Correnti

NOSTALGIA DEL SANGUE.


NOSTALGIA DEL SANGUE
di Dario Correnti

Prezzo: € 19,00 | Ebook: € 9,99
Pagine: 544 | Genere: Thriller
Editore: Giunti | Data di pubblicazione: 17 Gennaio 2018

TRAMA
Certe mostruosità possono maturare solo in posti così: una provincia del nord Italia, dove soltanto pochi metri separano un gregge di pecore da un centro commerciale con sala slot e fitness, dove la gente abita in villette a schiera con giardino, tavernetta e vetrina con i ninnoli in cristallo, dove riservatezza è il nome che si attribuisce a un'omertà che non ha niente da invidiare a quella dei paesi dove comanda la mafia. Gli stessi luoghi che più di cento anni fa, infestati dalla miseria, dalla denutrizione e dalla pellagra, videro gli spaventosi delitti di Vincenzo Verzeni, il ''vampiro di Bottanuco'', il primo serial killer italiano, studiato da Lombroso con la minuzia farneticante che caratterizzava la scienza di fine Ottocento e aggiungeva orrore all'orrore. Il serial killer che sembra citare il modus operandi di quel primo assassino non è però un giovane campagnolo con avi ''cretinosi'', è una mente lucidissima, affilata, che uccide con rabbia ma poi quasi si diletta, si prende gioco degli inquirenti. A raccontare ai lettori le sue imprese e, a un certo punto, a tentare in prima persona di dargli la caccia, la coppia più bella mai creata dal noir italiano: Marco Besana, un giornalista di nera alle soglie del prepensionamento, disilluso, etico e amaro come molte classiche figure della narrativa d'azione, e una giovane stagista, la ventiseienne Ilaria Piatti, detta ''Piattola''. Goffa, malvestita, senza neppure un corteggiatore, priva di protezioni, traumatizzata da un dolore che l'ha segnata nell'infanzia e non potrà abbandonarla mai, eppure intelligentissima, intuitiva, veramente dotata per un mestiere in cui molti vanno avanti con tutt'altri mezzi, Ilaria è il personaggio del quale ogni lettrice e lettore si innamorerà. Un uomo anziano e una ragazza rappresentanti emblematici delle due categorie più deboli della società italiana di oggi, uniscono la loro fragilità e le loro impensabili risorse per raccogliere la sfida lanciata dal male.

IL MIO PENSIERO SUL LIBRO.

Equilibrio. Una parola apparentemente semplice, dal suono inconfondibile e dalla portata incredibilmente ampia, ma un obiettivo difficile da perseguire ed una qualità complicata da soddisfare. Quanto spesso ci siamo imposti di rincorrerlo e ritrovarlo in qualsiasi aspetto della nostra vita? E quanti libri sono stati in grado di farne i conti uscendone vincitori? Molto pochi, in realtà, perché quella dell’equilibrio è, forse, una delle regole più ardue da rispettare e più facili da confondere: mettere in evidenza un elemento e studiarlo fin nel dettaglio a discapito di un altro, lasciato sullo sfondo in quanto, di fatto, non così necessario è quanto di più naturale possa esistere e forse in un romanzo nella media, di circa trecento pagine, non si noterebbe neanche. Discorso diverso, però, deve essere fatto se il libro in questione è particolarmente corposo e se, al suo interno, ogni dettaglio risulta essere fondamentale, esattamente come in Nostalgia del sangue, in cui i due autori o autrici celatisi sotto lo pseudonimo di Dario Correnti hanno dato vita ad una storia travolgente ed appassionante che non ha saputo, però, canalizzare l’attenzione sull’elemento principe del Thriller, la tensione.

Sembra essere un giorno come un altro quello che aspetta un piccolo paesino dell’entroterra bergamasco, in cui la vita prosegue, come sempre, all’insegna della riservatezza, ma tutto cambia quando il cadavere di una giovane donna, benvoluta, a quanto pare, da tutti, viene ritrovato tra le sue valli, eviscerato, la bocca ricoperta di terra, con segni evidenti di morsi umani e degli strani spilli disposti coscientemente al suo fianco. Un modus operandi originale, certamente, ma non nuovo, almeno non per Ilaria Piatti, una giovane giornalista di cronaca nera con abilità rare decisa a fare della sua passione il lavoro della sua vita. Supportata ed incoraggiata da Marco Besana, nome d’eccellenza nel mondo giornalistico, riesce ad intrattenere i suoi lettori e a porre l’accento sul caso, riconducibile, con fermezza dopo il ritrovamento di un secondo corpo, alla vicenda del primo vero serial killer italiano, Vincenzo Verzeni, studiato, all’epoca dei fatti, da Cesare Lombroso, padre della criminologia moderna. Ma come può esistere un collegamento con i due assassini? E soprattutto, chi sta portando il terrore nella piccola cittadina lombarda? Nonostante l’aiuto di Marco e Ilaria, improvvisatisi investigatori, gli inquirenti sembrano brancolare nel buio, ma il mostro deve essere fermato, chiunque esso sia, ad ogni costo. Bottunaco ritroverà la pace che con fatica è riuscita costruirsi negli anni?

Un romanzo vivido e tagliente fin dalle prime pagine, è così che si presenta Nostalgia del sangue, un Thriller atipico ed appassionante che se da una parte porta il lettore a diretto contatto con un mondo lasciato fin troppo nell’oscurità, quello del giornalismo, sdoganandone verità che in pochi ammettono di voler conoscere, dall’altra lo fa scontrare, in maniera piuttosto cruda, con la malvagità dell’animo umano, capace sempre di più di oltrepassare quei limiti ritenuti, per decenni, in fondo, invalicabili. Attraverso gli occhi dei due protagonisti, infatti, una giornalista alle prime armi come Ilaria ed un nome affermato come Marco, i due autori rendono chiaro fin da subito l’intento di instaurare un rapporto particolare e speciale con i propri lettori, facendoli entrare dapprima in perfetta sintonia con i due personaggi e, soprattutto, regalando loro la sensazione di essere parte integrante della storia, costruendo attorno ad essi una serie di indizi ed informazioni tali da poter trasformare, anche se per breve tempo, ogni appassionato del genere in un piccolo detective in erba.

La costruzione narrativa semplice del romanzo ed il ritmo serrato ed angosciante che le sue pagine sanno sostenere, rendono quella di Nostalgia del sangue un’esperienza di lettura intensa, seppur breve nonostante la sua mole: complici i molti dialoghi presenti, le descrizioni poco dettagliate, la grande quantità di eventi che vi si succedono e le non indifferenti tematiche sociali che si affrontano, il lettore si ritroverà ad essere completamente rapito dalla vicenda narrata, riuscendone ad individuare i punti deboli e le grandi qualità nell’arco di poche giornate, più che sufficienti a farsi scivolare addosso un romanzo intraprendente che fa proprio del suo stile semplice e molto fluido una delle sue più importanti caratteristiche. Aspetto, questo, che, sebbene sia di grande aiuto nei momenti iniziali della lettura, riesce a divenire nemico di se stesso con il proseguire delle pagine, risultando a volte troppo elementare e spesso ridondante, e che contrasta nettamente con la caratterizzazione dei personaggi, dei quali vengono forniti dettagli superflui capaci, purtroppo, di mettere in ombra l’aspetto veramente interessante del Thriller, la personalità dell’assassino che, di fatto, riesce ad emergere in tutta la sua crudeltà solo nelle pagine finali.

Con un grande slancio adrenalinico finale, i due autori mettono il punto ad una storia ad ogni modo appassionante ed incredibilmente travolgente, capace di far perdere il senso del tempo ad un pubblico affascinato anche dal mistero che il nome impresso sulla copertina finisce, nolente o volente, per creare.

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